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La vicenda di Don Grignaschi e dei Magnetisà di Viarigi
lettura scenica
con Sebastiano Amadio e Lucia Giordano del Faber Teater
e Massimo Barbero, Giulia Marchiaro, Barbara Mugnai, Marco Pisanò, Stefano Stival
e attori dei laboratori teatrali del Teatro degli Acerbi Antonio Arese, Lucia Freschi,
Lino Freschi, Mario Cielo, Francesca Mezzano e Ivana Viglione
testo e regia di Patrizia Camatel
Archivio Teatralità Popolare
1849. La vita degli abitanti di Viarigi viene sconvolta dall’arrivo di Francesco Antonio
Grignaschi, sacerdote della Val d’Ossola in odore di eresia, allontanato dalla diocesi
di Novara e giunto nell’astigiano grazie al parroco della borgata Franchini,
conquistato dalla predicazione di questo controverso personaggio. Don Grignaschi,
carismatico, di bell’aspetto, capace di commuovere i cuori e trascinare a sé larga
parte della popolazione, si proclamava il Messia ritornato in terra per drizzare le
storture della Chiesa e della società.
Non stupisce molto la presa che poté fare la sua spregiudicata predicazione, se si
pensa al momento storico turbolento che l’Italia e il Piemonte stavano vivendo: il
Risorgimento, la guerra contro l’Austria, i moti rivoluzionari avevano aggravato le
condizioni di vita delle classi sociali più basse, alla mercé di carestie e dazi. Un
Messia che prometteva la venuta della giustizia divina in terra era quanto di più
sospirato.
Ben presto le autorità ecclesiastiche e civili intervengono contro il nascente
movimento religioso dei “Magnetisà” (i seguaci erano così definiti perché si riteneva
che Grignaschi li tenesse avvinti a sé con un fluido magnetizzante contenuto in un
anello), e il nuovo Cristo viene arrestato insieme ai più stretti accoliti (tra cui diversi
sacerdoti e la misteriosa Madonna Rossa), indi scomunicato, processato e
condannato a dieci anni di carcere e all’abiura.
Proprio intorno alle vicende processuali, rimaste famose nella cronaca dell’epoca, si
snoda la lettura scenica, che viene presentata come il racconto comunitario di un
evento fuori della norma; si crea un’atmosfera affascinante intorno a veggenti,
miracoli e conversioni, reliquie e riti segreti.
Una storia che attraversa la strada alla Storia, quella del nascente stato italiano,
quella di Don Bosco, di Pio IX, dei Savoia, di Angelo Brofferio e di Antonio Rosmini.
Un “oratorio sacro e profano”, filtrato ora dal dibattimento legale, cui prese parte
anche l’avvocato Brofferio, ora dalle parole degli umili, desiderosi di riscatto in questo
mondo come nell’Altro.